Nel novembre del 2024, l'Agenzia dell'Unione Europea per l'Asilo (EUAA) ha pubblicato un nuovo rapporto sulla situazione in Afghanistan, offrendo un quadro dettagliato del contesto politico e dei diritti umani nel paese. Sono passati più di tre anni da quando i Talebani hanno preso il potere, instaurando la sharia come base legale. Le autorità, non ancora riconosciute a livello internazionale, hanno emanato una serie di istruzioni che limitano i diritti personali e le libertà degli afghani.
Il 21 agosto 2024, i Talebani hanno introdotto una nuova "Legge sulla Moralità", imponendo restrizioni su vari aspetti della vita quotidiana. Tra queste, norme sul codice di abbigliamento, limitazioni sull'uso della voce femminile e divieti riguardanti la rappresentazione di esseri animati nei media. Inoltre, è stata rafforzata la pratica della preghiera congregazionale. Il rapporto dell'EUAA analizza come queste leggi vengano applicate in modo non uniforme nelle diverse province, sottolineando la natura vaga delle direttive che spesso risultano difficili da attuare.
Sebbene l'applicazione delle leggi sia meno rigida rispetto al periodo 1996-2001, le donne e le ragazze continuano a subire restrizioni significative nell'accesso all'istruzione, al lavoro, alla salute e alla giustizia, oltre a limitazioni nella libertà di movimento ed espressione. I Talebani sostengono un sistema di governo monopartitico e hanno represso duramente l'opposizione armata e politica. Di conseguenza, lo spazio civico si è ridotto drasticamente e l'Afghanistan è ora il terzo paese al mondo con minore libertà di stampa secondo Reporters Without Borders.
Nonostante la diminuzione della violenza legata ai conflitti, molte famiglie affrontano insicurezza alimentare e malnutrizione, rendendo la situazione umanitaria precaria. La segregazione di genere è centrale nell'applicazione della sharia da parte dei Talebani, influenzando l'accesso delle donne agli spazi pubblici. Le famiglie guidate da donne incontrano difficoltà particolari poiché non possono viaggiare o accedere a certi servizi senza un parente maschio.
Tra gennaio e agosto 2024, gli afghani sono stati la seconda nazionalità più numerosa a richiedere protezione internazionale nell'UE+, con 60.000 domande d'asilo presentate. Tuttavia, questo rappresenta una diminuzione del 20% rispetto allo stesso periodo del 2023. Le richieste mensili non hanno superato le 9.000 unità nel 2024, raggiungendo i livelli più bassi degli ultimi tre anni. La Germania è rimasta la principale destinazione, accogliendo oltre due quinti delle domande afghane.
Nello stesso periodo, sono state emesse oltre 66.000 decisioni di primo grado per i richiedenti afghani nei paesi dell'UE+, con un tasso di riconoscimento del 65%, leggermente superiore rispetto al 61% del 2023. A fine agosto 2024, circa 63.000 casi afghani erano in attesa di una decisione di primo grado nell'UE+, un numero stabile rispetto ai mesi precedenti ma significativamente inferiore rispetto al 2023.
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