Every human has rights
Tempo di lettura: 3 min
23 giugno 2025

Sentenza del Consiglio di Stato sulle emersioni degli stranieri

Il Consiglio di Stato condanna i ritardi e l'inefficienza del Ministero dell'Interno e della Prefettura di Milano riguardo alle procedure di emersione degli stranieri, accogliendo un ricorso collettivo promosso da associazioni e stranieri.

Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso una sentenza significativa che condanna i ritardi e l'inefficienza sistematica del Ministero dell'Interno e della Prefettura di Milano riguardo alla procedura di emersione degli stranieri. Questa decisione è stata accolta con favore da oltre un centinaio di persone straniere e associazioni che avevano presentato un ricorso collettivo contro tali inefficienze.

La vicenda ha origine con la legge prevista dall'articolo 103 del decreto-legge n. 34/2020, convertito nella legge n. 77/2020, che introduceva una sanatoria per regolarizzare i lavoratori stranieri nei settori agricolo e domestico. Tuttavia, a quattro anni dall'avvio delle domande, solo recentemente le Prefetture hanno concluso tutte le procedure di competenza. In particolare, nella Provincia di Milano, su 25.900 domande presentate nel 2020, solo il 21% era stato definito entro marzo 2022.

Le associazioni ASGI, Oxfam, CILD, Spazi Circolari, Naga, supportate da Attiva Diritti e un gruppo di avvocati, hanno promosso un'azione collettiva contro questi ritardi. Il TAR Lombardia, con la sentenza del 4 dicembre 2023, ha accolto questa azione, sottolineando che la mancata conclusione delle procedure entro il termine previsto di 180 giorni era ingiustificabile, lesiva dei diritti dei ricorrenti.

Il Consiglio di Stato ha confermato il giudizio del TAR Lombardia, evidenziando come il ritardo nell'emersione sia diventato un fenomeno di mala gestione amministrativa diffusa. Nonostante le risorse finanziarie fossero disponibili, le misure correttive sono state adottate solo tardivamente. La sentenza sottolinea l'importanza delle azioni collettive come strumento per correggere l'inefficienza amministrativa e tutelare i diritti degli individui.

Questa decisione rappresenta un precedente importante per l'uso delle azioni collettive da parte della società civile per affrontare le inefficienze della Pubblica amministrazione. I ritardi nella concessione dei documenti essenziali per la vita quotidiana degli stranieri causano danni significativi, come la perdita del lavoro o l'impossibilità di accedere ai servizi sanitari.

I promotori dell'azione sperano che questa sentenza serva da monito per garantire che i procedimenti amministrativi siano conclusi nei tempi stabiliti, evitando discriminazioni sistematiche a danno delle persone più vulnerabili.

Resta sempre aggiornato

Articoli correlati