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03 novembre 2024

Garantire il diritto alla difesa dei cittadini stranieri

Analisi della normativa in materia di immigrazione e cittadinanza in Italia durante il biennio 2023-2024 e le sue implicazioni sui diritti fondamentali.

Nel panorama legislativo italiano degli ultimi anni, si è assistito a una vera e propria esplosione di norme riguardanti l'immigrazione e la cittadinanza. Questo fervore normativo è stato particolarmente evidente nel biennio 2023-2024, durante il quale il governo italiano ha emanato ben 16 interventi normativi, con un diciassettesimo in fase di pubblicazione alla fine di ottobre 2024. Questi provvedimenti sono stati spesso una risposta alle decisioni giudiziarie che hanno messo in discussione la legittimità dei trattenimenti di richiedenti asilo, trasferiti dal Mediterraneo all'Albania in base al Protocollo Italia-Albania.

Tra le numerose misure adottate, spiccano il rafforzamento delle restrizioni alle attività delle ONG nel salvataggio in mare e l'introduzione di nuove procedure per la valutazione delle richieste di protezione internazionale. Inoltre, è stata implementata la finzione di "non ingresso" per alcune aree considerate al di fuori dei confini nazionali. Altre modifiche significative includono l'ampliamento del numero di Paesi considerati sicuri per i richiedenti asilo e l'inasprimento delle regole di trattenimento, accompagnato dall'introduzione di una cauzione per evitarlo.

Queste normative hanno anche toccato aspetti come la protezione speciale, la conversione dei permessi di soggiorno e le garanzie per i minori non accompagnati. In particolare, è stato notevole l'aumento dei costi per l'iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale per alcune categorie di stranieri. La collaborazione con l'Albania ha visto la creazione di un protocollo per trattenere i richiedenti asilo nel Paese balcanico, esaminando lì le loro domande se provenienti da Paesi considerati sicuri.

Un tema ricorrente in questi interventi è stata la riduzione del diritto di difesa per gli stranieri, specialmente per i richiedenti asilo. Le procedure accelerate e le difficoltà nel contattare avvocati esperti in diritto dell'immigrazione hanno limitato la possibilità di esercitare efficacemente i propri diritti. Nonostante le critiche e le censure da parte dell'autorità giudiziaria, il governo ha continuato a produrre normativa, cercando di anticipare le nuove regole dell'Unione Europea previste per il 2026 e sperimentando soluzioni innovative alla questione migratoria.

La "questione Albania" rappresenta un esempio emblematico di questo approccio. In assenza di canali regolari d'ingresso, il legislatore ha cercato di confinare la questione migratoria al sistema dell'asilo, sperimentando l'esternalizzazione delle procedure. Questo ha portato a un confronto con la magistratura, culminato nell'annullamento del trattenimento di 12 richiedenti asilo da parte del Tribunale di Roma, che ha applicato i principi della Corte di giustizia dell'Unione Europea.

La sfida per i giuristi è garantire che gli stranieri possano effettivamente esercitare il loro diritto di difesa. L'erosione dei diritti fondamentali mette a rischio il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto costituzionale europeo e nazionale. Tuttavia, nonostante le difficoltà, continuano gli sforzi per analizzare e comprendere le implicazioni di queste normative.

In questo contesto, vari contributi accademici hanno esplorato temi come la qualificazione della Tunisia come Paese sicuro, il riconoscimento della protezione per migranti forzati da cause climatiche e la tutela della salute nei Centri per il rimpatrio. Altri studi hanno esaminato questioni più ampie del diritto dell'immigrazione e dell'asilo, offrendo nuove prospettive su temi come la discriminazione strutturale e l'accesso alla cittadinanza per persone disabili.

Nel complesso, il dibattito sulla legislazione in materia di immigrazione e cittadinanza continua a essere vivace e complesso, con implicazioni significative per i diritti fondamentali degli individui coinvolti.

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