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24 luglio 2025

Il Decreto-legge 37/2025 e le Politiche Migratorie: Questioni Giuridiche e Umanitarie

Analisi critica del decreto-legge 37/2025 che riguarda il trasferimento di cittadini stranieri dai Centri di Permanenza per i Rimpatri in Italia verso strutture di detenzione in Albania e le implicazioni giuridiche e umanitarie coinvolte.

Il decreto-legge 37 del 2025 ha introdotto una nuova dinamica nella gestione dei cittadini stranieri trattenuti nei Centri di Permanenza per i Rimpatri (CPR) in Italia. Questo provvedimento prevede il trasferimento di questi individui verso strutture di detenzione situate in Albania, sollevando diverse questioni critiche e giuridiche. Uno dei principali problemi risiede nella mancanza di criteri chiari per l'esercizio di tale potere di trasferimento, lasciando spazio a interpretazioni che potrebbero compromettere i diritti fondamentali degli interessati.

La Corte di Cassazione italiana ha sollevato dubbi sulla conformità di questa normativa con la direttiva europea sui rimpatri, chiedendo chiarimenti alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. In particolare, si interroga se la norma che impedisce il ritorno in Italia degli stranieri che hanno presentato domanda di protezione internazionale in Albania sia compatibile con l'articolo 9 della direttiva "procedure". Quest'ultimo articolo garantisce il diritto di rimanere sul territorio dello Stato dopo aver presentato una richiesta di asilo.

L'autore Roberto Cherchi sottolinea che la risposta a queste questioni dipende dalla validità della cosiddetta "finzione di territorialità". Questa teoria, secondo Cherchi, dovrebbe essere scartata perché in contrasto con principi consolidati del diritto internazionale, del diritto dell'Unione Europea e della Costituzione italiana. La "finzione di territorialità" implica trattare il territorio albanese come se fosse parte dell'Italia per quanto riguarda il trattenimento degli stranieri, una concezione che solleva interrogativi legali e morali significativi.

In sintesi, il decreto-legge 37/2025 non solo mette in discussione l'applicazione dei diritti umani fondamentali, ma solleva anche importanti interrogativi sulla sovranità territoriale e sull'interpretazione delle norme europee. La questione è complessa e richiede un'attenta analisi giuridica per garantire che le politiche migratorie rispettino gli standard internazionali e i diritti delle persone coinvolte.

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