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24 novembre 2024

Aumento della violenza di genere tra le donne rifugiate

L'UNHCR esprime preoccupazione per l'aumento della violenza di genere tra le donne costrette a fuggire o vivere come apolidi, sottolineando i rischi acuti in situazioni di conflitto.

In un mondo in cui oltre 60 milioni di donne sono costrette a fuggire o vivono come apolidi, il rischio di violenza di genere è allarmante. L'UNHCR, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ha recentemente espresso preoccupazione per l'aumento di tali rischi, particolarmente acuti per coloro che si trovano in situazioni di conflitto. La violenza di genere, una delle violazioni dei diritti umani più diffuse, colpisce duramente queste donne, aggravando le loro già difficili condizioni di vita.

I dati delle Nazioni Unite indicano un aumento del 50% delle denunce di violenza sessuale legate ai conflitti rispetto all'anno precedente, con le donne che rappresentano il 95% dei casi accertati. Tuttavia, questi numeri sono solo la punta dell'iceberg, poiché molti episodi non vengono denunciati a causa della mancanza di accesso a risorse umanitarie e alla giustizia, specialmente in aree remote. Le sopravvissute temono spesso ritorsioni e l'emarginazione sociale.

In diverse parti del mondo, le testimonianze delle donne sopravvissute raccontano storie di orrori inimmaginabili: dalla violenza brutale alla tortura, dallo sfruttamento sessuale alla negazione dei diritti umani fondamentali. Nella Repubblica Democratica del Congo, ad esempio, le donne vivono in condizioni insostenibili, con i loro corpi trasformati in campi di battaglia. In Ciad, molte hanno subito violenze mentre cercavano di sfuggire al conflitto in Sudan. In Afghanistan, le restrizioni crescenti e la violenza domestica contribuiscono a una crisi di salute mentale sempre più grave.

Lungo le rotte migratorie verso il Mediterraneo, la violenza sessuale e lo sfruttamento restano minacce costanti. Si stima che il 90% delle donne che intraprendono questo pericoloso viaggio abbia subito violenze. Nei paesi limitrofi, le sopravvissute si trovano spesso in situazioni precarie, con un accesso limitato ai servizi essenziali.

Oltre alla violenza legata ai conflitti, le donne in fuga devono affrontare anche il rischio di violenze da parte dei partner. In alcuni contesti, questi rischi sono superiori del 20% rispetto alle donne che non vivono in zone di guerra. Le discriminazioni intersecate, come quelle basate su disabilità o orientamento sessuale, amplificano ulteriormente i pericoli.

Le organizzazioni guidate da donne, che spesso gestiscono rifugi anti-violenza, stanno sopportando gran parte del peso di questa crisi. Tuttavia, la necessità di servizi di prevenzione e risposta alla violenza di genere supera di gran lunga i fondi disponibili. Per i sei principali piani regionali di risposta ai rifugiati nel mondo, i finanziamenti coprono solo il 28% del fabbisogno annuale.

Senza un supporto finanziario adeguato, milioni di donne potrebbero non avere accesso ai servizi essenziali il prossimo anno. Interventi tempestivi ed efficaci possono salvare vite e migliorare significativamente la situazione delle donne rifugiate e sfollate. Durante la campagna per i 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, è fondamentale aumentare il sostegno per affrontare questo problema globale.

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