Recentemente, l'Agenzia dell'Unione Europea per l'Asilo (EUAA) ha pubblicato un'analisi comparativa che esamina come le corti a livello europeo e nazionale abbiano influenzato l'applicazione delle disposizioni relative alla riduzione o al ritiro delle condizioni materiali di accoglienza per i richiedenti asilo. Queste condizioni includono alloggio, cibo, abbigliamento e assistenza finanziaria, e possono essere modificate quando i richiedenti non rispettano i loro obblighi o si comportano in modo violento.
Il rapporto arriva in un momento in cui le autorità nazionali segnalano un aumento dei comportamenti dirompenti tra i richiedenti asilo, come evidenziato nel Rapporto Asilo EUAA 2024. L'analisi si concentra esclusivamente sulla giurisprudenza riguardante le sanzioni e non sui procedimenti penali per atti che potrebbero costituire reati nei vari Stati membri.
La Direttiva sulle Condizioni di Accoglienza (RCD), nella sua versione rivista, lascia ampio margine di interpretazione agli Stati membri su come applicare le sanzioni. Tuttavia, una sentenza del 2019 della Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CJEU) ha spinto le corti nazionali ad allineare le loro pratiche, portando in alcuni casi alla revisione delle decisioni precedenti. La maggior parte delle sentenze analizzate, presenti anche nel database giurisprudenziale dell'EUAA, riguardano la riduzione o il ritiro delle condizioni materiali a causa di gravi violazioni delle regole dei centri di accoglienza o comportamenti violenti.
I risultati della giurisprudenza hanno chiarito le condizioni per l'applicazione delle sanzioni in quattro aree principali: la proporzionalità tra la gravità della violazione e la misura imposta; l'imposizione graduale delle sanzioni e l'identificazione di alternative; la valutazione dell'impatto cumulativo delle violazioni da parte dei richiedenti asilo; e la responsabilità di fornire informazioni e assicurarsi che i richiedenti siano adeguatamente informati delle conseguenze delle loro azioni.
Queste scoperte sono particolarmente rilevanti in vista delle prossime modifiche alle disposizioni sotto la Direttiva sulle Condizioni di Accoglienza rivista, adottata come parte del Patto su Migrazione e Asilo. La nuova legislazione, che dovrà essere recepita nelle leggi nazionali entro il 12 giugno 2026, amplia il campo di applicazione delle sanzioni e definisce meglio le garanzie per mantenere un livello di vita dignitoso.
Secondo l'Articolo 20 della Direttiva del 2013 sulle Condizioni di Accoglienza (recast RCD), gli Stati membri possono ridurre o, in casi eccezionali e debitamente giustificati, ritirare le condizioni materiali di accoglienza per i richiedenti protezione internazionale. In questo contesto, le autorità nazionali possono imporre sanzioni applicabili a gravi violazioni delle regole dei centri di accoglienza così come a comportamenti seriamente violenti. Qualsiasi sanzione deve essere obiettiva, imparziale, motivata e proporzionata alla situazione particolare del richiedente e deve sempre garantire un livello di vita dignitoso, come stabilito nella sentenza storica della CJEU nel caso Zubair Haqbin contro Belgio.